Che cosa abbiamo fatto di male?
Tra i tanti libri che ho letto sull’adolescenza, ce n’è uno che ricordo ancora per una definizione poco scientifica ma molto efficace di questo turbolento periodo della vita: «L’adolescenza è quell’età della vita in cui i genitori diventano insopportabili». Ovviamente l’autore della frase era un adolescente… Il senso di queste parole descrive perfettamente lo stato d’animo dei ragazzi a questa età, pronti a difendersi in tutti i modi da coloro che per primi devono capire che non sono più bambini, cioè i loro genitori. Per gli adolescenti, papà e mamma continuano a trattarli da bambini, si intrufolano nella loro vita privata, non danno fiducia, come mi disse una volta una ragazza: «I miei genitori sono oppressivi, mi soffocano, si preoccupano troppo e credo sia indice di sfiducia nei miei confronti».Effettivamente l’adolescenza è un momento molto delicato nella vita di un ragazzo, che toglie le vesti del bambino che è stato e indossa quelle dell’adulto che diventerà. Il problema più grande, però, è che non si conoscono né i tempi né le modalità di questo cambio di vestiti, che potrebbe durare molti anni prima che figli e genitori riescano a ritrovare un equilibrio spesso compromesso. Ma se risulta chiaro che l’adolescenza è per i ragazzi una sorta di seconda nascita, non si è altrettanto consapevoli che la stessa cosa può e deve avvenire anche nella vita dei genitori.
Quando si parla di educazione dei figli, si pensa subito alle strategie più efficaci da adottare, al modo migliore per comprendere i ragazzi e interagire con loro, ecc.. Molto spesso però ci si dimentica del vissuto affettivo dei genitori, e non soltanto nel loro rapporto con i figli ma anche in quello che hanno tra di loro e persino nella presa di coscienza della propria identità genitoriale. Non è infrequente che un genitore si ritrovi in una profonda crisi identitaria scatenata proprio dalla relazione con suo figlio adolescente.
Ricordo ancora quella mamma che venne a raccontarmi la preoccupazione per il comportamento della figlia. A dire il vero il suo timore mi era sembrato eccessivo e quando glielo dissi mi rispose: «Penso che lei abbia ragione… Il vero problema è che vedo in mia figlia l’adolescente che io non sono stata».
L’adolescenza è un vero e proprio scossone per il sistema familiare ed il rapporto con un figlio adolescente è forse uno dei più difficili da gestire per i genitori. Gli elementi che entrano in crisi possono essere diversi. Innanzitutto bisogna accettare che il “figlio reale” – scontroso, scorbutico, taciturno, musone, aggressivo – non corrisponde più al “figlio ideale”: ciò è spesso fonte di grande disagio per i genitori che si chiedono in che cosa hanno sbagliato perché il figlio sia diventato così. In realtà molte volte non ci sono grandi errori genitoriali alla base del comportamento adolescenziale, ma semplicemente gli adolescenti sono così.
Un altro elemento estremamente problematico per i genitori alle prese con l’adolescenza dei figli è il rapporto con la loro libertà. Un genitore deve accettare il rischio della libertà dei figli, se vuole che questi divengano grandi; il fatto che spesso ne sia pienamente consapevole non smorza le difficoltà a vivere questo importante criterio educativo. Sapere che è bene che i figli camminino sulle loro gambe, imparino a scegliere, sappiano far tesoro dei propri errori, è un conto. Lasciare che i figli camminino sulle loro gambe, cadano e si sappiano rialzare, invece, non è per niente facile. Non è semplice convivere con la sofferenza legata alla paura che i figli sbaglino e si facciano del male. Eppure è l’unico modo per farli crescere: «I miei genitori sono oppressivi, mi soffocano, si preoccupano troppo e credo sia indice di sfiducia nei miei confronti», diceva la ragazza di prima.
L’adolescenza di un figlio può rappresentare per un genitore una bella opportunità per far maturare sia l’identità personale che quella di coppia. Il fatto che spesso l’adolescenza dei figli coincida con l’inizio (e oggi sempre più spesso con la pienezza) dell’età matura dei genitori può essere fonte di frustrazione, spesso inconsapevole, per un’età – quella dei figli – che si vede sempre più bella e lontana, in confronto ad un’età – quella propria – che invece è caratterizzata da acciacchi fisici, stanchezze, crisi e pesantezza. Per di più gli scontri con i figli adolescenti possono anche accentuare o far rinascere gelosie, contrasti, stanchezze mai sopite nella relazione di coppia.
La consapevolezza di questi rischi è già un ottimo punto di partenza per prendere le contromisure. Si tratta quindi di affrontarli e trasformarli in opportunità di crescita personale e di coppia. A partire dal fatto che i figli adolescenti, a differenza dei figli piccoli, concedono molto più tempo ai genitori per potersi dedicare meglio alla loro relazione di coppia; la relazione coniugale può allora recuperare spazio rispetto a quella genitoriale che forse aveva preso il sopravvento negli anni precedenti. L’adolescenza dei figli dà ai genitori – a patto che questi sappiano sfruttarla bene – la possibilità di affrontare meglio qualche problema di coppia che forse non si era avuto il tempo, né la voglia di affrontare prima. Queste occasioni sono in grado di rilanciare il rapporto con il proprio partner, affrontando e superando così il rischio di ritrovarsi con uno sconosciuto quando i figli abbandoneranno la casa dei genitori per formare una loro famiglia.
Un figlio adolescente, infine, è per i genitori un’occasione unica per riflettere meglio sul proprio stile educativo che dovrà essere necessariamente diverso da quello che essi hanno sperimentato a suo tempo con i propri genitori. Oggi il modello familiare è profondamente diverso da quello di qualche decennio fa. Siamo passati dal modello etico, centrato sulle regole, sull’autorità del padre, su un’educazione normativa (in cui il figlio doveva sostanzialmente obbedire) al modello affettivo, basato sulla condivisione, sulle relazioni amicali tra genitori e figli, sulla comunicazione (il figlio non deve più obbedire ma deve essere aiutato a capire e condividere le ragioni dei genitori).
La riflessione sul proprio stile educativo è molto importante per potersi accorgere di eventuali errori e porvi rimedio. E quindi, di fatto, per crescere come persone e come genitori. Insomma, ancora una volta vediamo come l’educazione dei figli adolescenti può essere una grande opportunità per imparare e diventare migliori. È la vita tutta che funziona così: gli ostacoli possono essere visti come impedimenti o come mete da raggiungere e superare. Dipende da come li si affronta. Dipende da quanto ci si sente giovani. E sottolineo “ci si sente” e non “si è”, perché l’atteggiamento è fondamentale per affrontare qualsiasi difficoltà della vita. E voi vi sentite giovani?
Saverio Sgroi
(fonte: lasfidaeducativa.it)